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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Bollate

Bollate, giovane detenuta resta incinta in carcere

Non sembrano esserci dubbi sulla gravidanza di una giovane detenuta di origine slava che sta scontando una pena nel carcere di Bollate. Anche il futuro papà del bimbo è un detenuto, i due si sono conosciuti durante un corso scolastico nell'Area trattamentale del penitenziario. Da CronacaQui Milano

Hanno concepito un bambino all'interno del carcere due detenuti in questo momento ospitati nella casa circondariale di Bollate, una struttura all'avanguardia che ospita anche il bandito Renato Vallanzasca e Rosa Bazzi, moglie di Olindo Romano.

La notizia è stata riportata questa mattina dal quotidiano Cronaca Qui e sembra davvero non esserci dubbio sullo stato interessante della ragazza. Quando la donna ha sospettato di essere rimasta incinta, infatti, si è fatta portare in cella due test di gravidanza ed entrambi avrebbero dato esito positivo. La notizia comunque è avvolta dal massimo riserbo, non si conosce l'identità della donna né quella del futuro papà. I due si sarebbero conosciuti ad un corso scolastico nell'Area di trattamento della casa circondariale.  Resta comunque un mistero come i due amanti potessero incontrarsi ed avere rapporti intimi. I sindacati di polizia penitenziaria sono sul piede di guerra e si chiedono come mai dalle 16 alle 18.30 nel reparto della ragazza non vi sia sorveglianza.

Gli educatori del carcere, dal canto loro, hanno presentato richiesta di scarcerazione per la donna, in relazione alle sue condizioni.

GLI AGGIORNAMENTI

3 marzo ore 10.15 – La conferma della giovane detenuta: “Io e quel ragazzo ci amiamo, voglio questo bambino”. Sonia, nome di fantasia, ha confermato di aver avuto rapporti sessuali con il collega di carcere, durante le ore di lezione nella casa circondariale di Bollate. “Si, sono incinta ma non ho fatto nulla di male, voglio questo bambino”, avrebbe confermato la 23enne ai funzionari del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria che ieri l'hanno interrogata. Potrebbe lasciare il carcere fra qualche giorno e scontare la pena (non è stato specificato per quale reato) agli arresti domiciliari. Il futuro papà, invece, è stato trasferito nel penitenziario di Pavia.

3 marzo ore 10.45 – La direttrice del carcere: ignobile attacco del sindacato. La denuncia dello stato interessante della giovane detenuta è stata fatta dal Sappe, il sindacato degli agenti penitenziari. Un atto che la direttrice del carcere di Bollate, Lucia Castellano, ha definito “attacco ignobile”. La castellano ha definito la denuncia “un'azione che si è riverberata non certo contro la direzione del carcere o sul 'Progetto Bollate' che continua, ma sugli stessi operatori e agenti di custodia, a cui va la mia solidarietà, che con professionalità e sacrificio assicurano la vigilanza”. Nel carcere modello di Bollate ci sono solo 400 agenti di polizia penitenziaria, il numero più basso d'Italia secondo la direttrice e assicurano vigilanza ad una popolazione carceraria di 1.040 detenuti.

Ma il segretario generale del Sappe, Donato Capece, rispedisce le accuse al mittente: “Un atto ignobile? No, solo una doverosa denuncia. Abbiamo segnalato ciò che forse secondo qualcuno non doveva essere detto”. La vicenda della detenuta incinta, infatti, è stata inizialmente tenuta nel massimo riserbo. “Abbiamo fatto solo ciò che andava fatto - spiega Capece - e non esistono zone franche anche se si tratta del carcere di Bollate. E comunque ribadisco che chiedo che si accertino le responsabilità su quanto accaduto”.
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