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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Viridea, Romano replica a Fornace: "Nessun conflitto di interessi"

Il sindaco di Rho, interpellato da MilanoToday, ha replicato al centro sociale Fornace: "Mio padre lasciò l'incarico quando fui eletto sindaco"

Il sindaco di Rho risponde al centro sociale Fornace sulla questione Viridea. Di seguito riportiamo integralmente la replica chiesta dal nostro giornale a Pietro Romano.

“Svolgendo da venti anni l’attività di avvocato anche amministrativista erano stati affidati al mio studio alcuni incarichi professionali che riguardavano il comune di Rho.  A seguito della mia elezione a sindaco ho rinunciato, per ovvie ragioni di opportunità, a tutti questi incarichi che direttamente o indirettamente potevano coinvolgere il Comune di Rho”.

“Nel caso specifico del garden Viridea, alla data della mia elezione, era pendente un giudizio in grado di appello innanzi al Consiglio di Stato che era iniziato nel 2006 quindi 5 anni prima della mia elezione a sindaco. Peraltro l’incarico era stato affidato a mio padre avvocato Antonio Romano il quale, comunque, il 26/7/2011 (un mese dopo la mia elezione), sottoscriveva formale rinuncia al mandato comunicando al cliente che ciò avveniva “per opportunità a seguito della elezione di Pietro a sindaco del comune di Rho” ed invitandolo a rivolgersi ad altro difensore”. 

“L’atto di rinuncia al mandato venne registrato agli atti del Consiglio di Stato in data 8/9/2011 come risulta dal cronologico del fascicolo. Da tale data né io né il mi studio ci occupammo  più della vertenza nei confronti del Comune di Rho. Viridea si rivolse infatti ad altro avvocato al quale conferì il nuovo mandato”. 

“Non solo l’avvocato Antonio Romano ha rinunciato a questo incarico immediatamente dopo la mia elezione, ma io stesso in qualità di Sindaco ho dovuto adottare – come era mio dovere fare — atti formali nell’interesse del comune di Rho e contrari a quelli di Viridea. Ed infatti, poiché il Consiglio di Stato aveva comunicato, dopo anni di silenzio, che la causa di appello si sarebbe estinta se nessuna delle parti avesse richiesto di proseguire nel giudizio — fatto che avrebbe portato al passaggio in giudicato della sentenza di primo grado favorevole a Viridea — sottoscrivevo personalmente il 4/4/2012 l’istanza per ottenere la prosecuzione del giudizio che ha portato poi all’esito favorevole per il comune”.
  
“Anche in sede approvazione del Pgt ho confermato la destinazione agricola del fondo sul quale insiste il garden senza dar luogo a trasformazioni urbanistiche a vantaggio dei proprietari che invece le richiedevano. Tutto ciò conferma l’assoluta terzietà e correttezza del mio operato”. 

“Da quanto sopra (che trova riscontro nei documenti che il primo cittadino ci ha allegato, ndr) risultano evidenti le falsità contenute nel comunicato in merito a miei presunti interessi nella vicenda definiti addirittura “personali” o in merito a scorrettezze di qualsivoglia natura del mio agire amministrativo. Prima di giocare ai piccoli investigatori e di gettare in giro fango era forse il caso, anzi era doveroso, prendere informazioni”.
     
“Quanto al merito della vicenda la contestazione riguardava il fatto che nel 2003 era stato accertato che nel garden si vendevano prodotti non indicati nell’autorizzazione rilasciata nel 2001 la cui legittimità venne peraltro confermata da una sentenza del Tar da tempo definitiva. Non corrisponde poi al vero che il titolare venne condannato in sede penale essendo invece stato assolto. Si tratta quindi di far rispettare il contenuto dell’autorizzazione del 2001. Il comune si è già attivato ottenendo impegno scritto in tal senso da Viridea e non mancheranno comunque i controlli formali da parte degli uffici”. 

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