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L'ex assessore Catenacci attacca l'indagine sulla ex Ceruti: «Democrazia o propaganda?»

Sul suo blog c'è un'accurata e accusatoria analisi sull'iniziativa dell'amministrazione comunale per indire una consultazione popolare sul "progetto Ceruti"

L'atmosfera politica bollatese si scalda in vista dell'indagine partecipata, indetta dall'amministrazione comunale, sulla ex Ceruti di Bollate.

A entrare nella bagarre delle dichiarazioni politiche ci pensa anche l'ex assessore Pierluigi Catenacci che sul suo blog fa qualche interessante osservazione, di cui noi riportiamo alcuni stralci. «La differenza tra democrazia e propaganda è notevole e strettamente connessa alle diverse finalità implicite.  La democrazia si fonda sulla collaborazione del cittadino, sulla volontà di fare insieme, sulla ricerca della partecipazione attiva, sul consenso raggiunto con l’ascolto e il confronto, sulla convinzione consapevole, sulla possibilità di essere contestati o di ottenere la condivisione delle scelte e richiede, da parte di chi governa, trasparenza e corretta informazione. Diversamente, la propaganda si fonda sulla volontà di influenzare le decisioni e i comportamenti del cittadino, (considerato, sostanzialmente, soggetto passivo e manipolabile), attraverso informazioni mirate e parziali, spesso false o mistificate, tese a far consumare “il prodotto” (economico, sociale o politico che sia), non certo a metterlo in discussione».

E continua: «A questa differenza ho pensato leggendo dell’iniziativa dell’Amministrazione di Bollate di chiedere il 20 aprile il parere dei cittadini rispetto alla trasformazione urbanistica di alcune aree. Gli interventi sui quali si chiede il parere sono già inseriti in un Piano di Governo (PGT), come ho più volte dichiarato, disastroso e che lo diventerà ancora di più con le modifiche previste».

Inoltre: «Rispetto alla proposta riguardante l’area Ceruti, è evidente che tutti siamo concordi nel ritenere necessaria la riqualificazione di quell’area, con il trasferimento dell’attività di rottamazione e la bonifica del terreno. Questo obiettivo era già dichiarato nel PGT approvato a giugno del 2011; era previsto, però, un intervento urbanistico molto meno consistente. Perché l’amministrazione comunale ha acconsentito all’elaborazione di un progetto che aumenta del triplo le volumetrie che aveva ritenuto giuste ed equilibrate solo pochi mesi prima con l’approvazione del PGT?».

E infine: «Per concludere propongo all’amministrazione di indire un vero referendum con i tempi, le procedure e i controlli previsti dal regolamento comunale, e considerare vincolante, per le decisioni dell’amministrazione, il risultato della consultazione. Ciò permetterebbe di confrontare punti di vista contrapposti e creare un dibattito sulla proposta urbanistica da promuovere, modificare o bocciare. Per una volta si rimedierebbe, almeno in parte, allo scarso spirito democratico e partecipativo che ha caratterizzato, in questi tre anni, il comportamento degli amministratori bollatesi». Per leggere per intero il lungo intervento dell'ex assessore di Bollate, c'è il suo blog.

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